Musei d’impresa, tra storia e innovazione: il caso Foscarini-Rossi

di Marco Trevisan

 

I musei d’impresa sono veicoli di sintesi tra storia e innovazione. Questo dice Museimpresa, la più importante rete nazionale di musei e archivi d’impresa. Permettono di documentare e raccontare quanto le imprese hanno fatto e continuano a fare per la crescita economica, sociale, civile dell’Italia. Ma quello che ci interessa sottolineare, in questo momento, è appunto il dialogo tra il passato e il futuro che queste realtà possono attivare e rendere virtuoso.

Sempre più aziende stanno investendo in modalità di recupero e valorizzazione della propria storia, ma allestendo nello stesso tempo spazi espositivi per attivare anche iniziative artistiche e culturali. Si tratta di progetti di conservazione di un patrimonio di tecnica, di rimettere in circolo la memoria storica del fare – particolarmente importante nel nostro paese – ma anche di progetti di comunicazione e di sinergia con il mondo della creatività, talvolta dando vita a veri e propri luoghi di produzione culturale. Un’altra importante è rappresentata dal dialogo che può nascere tra la creatività delle aziende e quella esterna.

Tali progetti richiedono un investimento attivo e continuativo da parte dell’azienda, con il museo che diventa un luogo dinamico d’istruzione e valorizzazione, con ricadute positive sia sul territorio che sul posizionamento dell’azienda stessa. Le tipologie di progetto di musei d’impresa sono le più varie, basti ricordare realtà come Ferrari, Ferragamo, Campari, ma anche delle soluzioni che stanno nel mezzo tra progetto aziendale e centro d’arte e di ricerca contemporaneo, come nel caso del Mast e dell’Opificio Golinelli, entrambi a Bologna.

Non lontano da Venezia, una delle più conosciute ville della Riviera del Brenta (tra le quali la Malcontenta, Villa Pisani, Villa Widmann) si trova Villa Foscarini-Rossi, complesso architettonico secentesco che sorge a Stra, in stile Palladiano. La Riviera del Brenta è anche un importantissimo distretto calzaturiero, formato da più di 500 aziende che impiegano circa 10.000 addetti e producono complessivamente 19 milioni di paia di scarpe in media, la gran parte per l’esportazione, frutto della collaborazione con i più importanti brand del lusso. Luigjno Rossi, che lanciò con i fratelli a fine anni ’40 la Rossimoda, oggi parte del Gruppo LVMH, è uno degli imprenditori chiave del distretto. Oggi proprietario del complesso, decise all’inizio degli anni ’90 di creare all’interno di Villa Foscarini (da allora Villa Foscarini Rossi) un Museo della Calzatura, esponendo i pezzi più rappresentativi creati dall'azienda nel corso della sua attività.

Il Museo della Calzatura raccoglie una collezione di oltre 1500 modelli di calzature femminili di lusso (realizzati con brand quali Pucci, Calvin Klein, Dior, Fendi, Kenzo, etc.) e racconta la storia dell’azienda, ma anche i saperi del territorio e l'evoluzione del costume e della moda nella seconda metà del Novecento. Il Museo, inoltre, ospita eventi di vario genere: organizzazione di mostre temporanee, concerti, presentazione di libri, visite guidate in costume d'epoca. Luigino Rossi è anche uno stimato e appassionato collezionista di arte moderna e contemporanea. Uno dei più importanti collezionisti di Andy Warhol, per esempio. Incursioni di arte contemporanea si trovano spesso all’interno della Villa, e parte della collezione è posta in visione.