di Dott. Marco Trevisan

 

Clima frizzante nei corridoi di Art Basel Paris+ 2023.

Il mix di capolavori e opere di artisti emergenti è più fluido rispetto all’edizione di Basilea, e meno “overwhelming”. Opere legate all’organico, specie alla carta (si vedano ad esempio le sculture in cartone di Eva Jospin da Galleria Continua e da Ruinart, o le opere di carta leggera di Andrianomearisoa), si alternano a vedute minimal (Rob Pruitt, Sugimoto, Scott Lyall) e ad opere digitali (Lu Yang e Refik Anadol, da poco acquisito anche dal Moma).

Artisti ben presenti, anche per via di mostre in città e all’estero, sono Kapoor (qualche tela oltre ai “dischi”), Rothko (bello l’accostamento con Lee Ufan da Pace), Daniel Buren, Mike Kelley, Morandi. Alcuni stand interessanti, oltre ai già citati Continua e Pace, sono quelli di Cardi (Kounellis e Judd tra gli altri), Marian Goodman (un grande Tacita Dean a fianco a Penone), Thaddaeus Ropac (molto bella l’accoppiata Baselitz – Gormley) e Konrad Fischer (Buren con Ruff).

Nella zona “emergenti”, interessante Campoli Presti con Scott Lyall e altri.

Il Grand Palais Éphémère è sede provvisoria ma affascinante, con la vetrata alla fine del percorso che inquadra perfettamente la Torre Eiffel. Il Jardin des Tuileries, con più di 20 grandi sculture, sembra essere la versione parigina e open air di Unlimited, ma più in dialogo con il territorio e la città.

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