La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia presenta Edmondo Bacci. L’energia della luce, a cura di Chiara Bertola: si tratta della prima e più esaustiva retrospettiva dedicata all’artista, nato a Venezia nel 1913, che consta di un’ottantina di opere, molte delle quali disegni e dipinti inediti, dense di significato e potenza creativa.

Il percorso espositivo, seguendo l’ordine cronologico, attraversa tutta l’opera di Bacci prendendo il via dal nucleo di tele, in bianco e nero, intitolate Cantieri e Fabbriche, realizzate tra il 1945 e il 1953: negli anni Cinquanta l’artista aderisce allo Spazialismo e si afferma all’interno degli ambienti espositivi veneziani vivendo il periodo più promettente ed internazionale della sua carriera.
A Venezia Bacci era difatti inserito in un ambiente culturale altamente dinamico e ricco di opportunità per i giovani artisti emergenti e negli stessi anni viene notato da Peggy Guggenheim, che ne diventa attiva sostenitrice e collezionista, per la forza dirompente del colore, la rottura dei piani spaziali e l’originalità caratterizzanti i suoi dipinti ed inizia ad ottenere un notevole successo, acclamato dalla critica nazionale più accreditata.
Oggigiorno l’artista si inserisce tra le eccellenze artistiche venete, affiancando Emilio Vedova e Tancredi Parmeggiani.

Dopo le Albe, gli Avvenimenti sono i protagonisti delle sale successive. Realizzati nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, questo nucleo di opere rappresenta l’evoluzione del percorso di ricerca dell’artista, nonché il cuore poetico e creativo del lavoro di Bacci: in occasione della mostra, Avvenimento #13 R, realizzato nel 1953 ed acquistato da Alfred H. Barr Jr, allora direttore del Museum of Modern Art di New York, torna ora in Italia per la prima volta.

Inserito nella vasta stagione dell’Informale, Bacci declina in maniera autonoma la sua idea di spazialismo, per cui luce e spazio sono evocati da esplosioni di colore e dirompente energia sulla tela. Negli anni ’50 l’artista inizia a comprendere il potenziale e la forza generatrice del colore ed ha un’intuizione: la sostanza, prima informe, assume una figurazione nell’istante in cui la materia cromatica incontra la dimensione della tela.
Come possiamo difatti desumere dal titolo di questa serie di opere, ciò che avviene sulla tela è un vero e proprio accadimento che è in continua evoluzione e si accresce dinnanzi ai nostri stessi occhi, ogni qualvolta lo osserviamo.
I colori impiegati sono caratteristici e facilmente riconducibili a questo preciso periodo di produzione artistica di Bacci: estremamente irruenti, sono estratti direttamente dalle sfumature cromatiche della terra e del cielo, cui talvolta vengono aggiunte delle sabbie mediante desaturazione. A partire dal colore, utilizzato come materia prima in grado di evocare luce e spazio, vengono così costruite nuove dimensioni attraverso la pittura e nuove forme che si sviluppano in un continuo movimento circolare pluridirezionale.

Trovano infine posto le opere della sperimentazione degli anni Sessanta e Settanta e le Carte bruciate, costellazioni di corpi neri ottenute dalla trasformazione della carta mediante il fuoco.
L’esposizione chiude con un invito a confrontare il Giudizio finale (1730-1735) di Giambattista Tiepolo con Avvenimento #31-A (Esplosione) del 1956, nell’intento di omaggiare la tradizione pittorica veneziana da cui Bacci è stato profondamente influenzato sin dagli anni di formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

La mostra sarà visitabile fino al 18 settembre 2023 e durante questi mesi di apertura il pubblico potrà prendere parte a diversi appuntamenti esclusivi gratuiti, collegati alla monografica di Edmondo Bacci.