L’espressione “Sustainable art” racchiude molteplici concetti chiave, tra cui ecologia, giustizia sociale, riciclo, cambiamenti climatici e salvaguardia della natura.

Il concetto di sostenibilità ultimamente si sta delineando come un vero e proprio mantra sociale e culturale e anche il sistema dell’arte contemporanea non è rimasto indifferente all’urgenza di agire in difesa del Pianeta: anche l’arte può difatti divenire fonte di sensibilizzazione collettiva e smuovere le coscienze divulgando tematiche legate alle grandi sfide globali, in linea con i diciassette obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile promossi dall’ONU.

È necessario che gli artisti prendano progressivamente consapevolezza delle potenzialità del mezzo artistico quale strumento di diffusione e promozione di uno sviluppo sostenibile e si impegnino sempre più in questa direzione, producendo opere che al contempo si interroghino sulle problematiche ambientali.

Tra i materiali utilizzati vi possono essere quelli di riciclo, non tossici, con l’obiettivo di arricchire e trasformare lo spazio in cui le opere d’arte si inseriscono, senza snaturarne le caratteristiche.

A tal proposito vi segnaliamo la mostra di Chun Kwang Young, artista sudcoreano classe 1944, intitolata “Times Reimagined”: organizzata a Venezia presso Palazzo Contarini Polignac, l’esposizione affronta le tematiche della biodiversità, sostenibilità e cambiamento climatico.

Delineandosi come evento collaterale della Biennale d’Arte di Venezia, la mostra presenta 40 rilievi di Hanji, carta tradizionale coreana realizzata a mano, prodotta utilizzando la corteccia degli alberi di gelso. È un materiale ecosostenibile, con una longevità superiore ai 1300 anni: nel momento in cui si consuma, può essere riciclato e tornare rapidamente in natura.

Per produrre le sue installazioni, Young ha disassemblato libri di scarto fatti di Hanji invecchiata più di cento anni, realizzando dei pacchettini a forma triangolare ed in seguito aggregandoli per dargli una nuova vita: la maggior parte della carta impiegata ha avuto dunque una vita precedente sotto forma di libro, è stata toccata da numerose persone e racchiude in sé una storia.

Il coinvolgimento emotivo è caratteristico del linguaggio artistico di Chun Kwang Young, il quale fa riflettere lo spettatore sulla distruzione della natura a causa del progresso tecnologico e della brama di profitto: dalla scultura a forma di cuore che soffre per l’inquinamento atmosferico, a un pianeta ruvido e all’apparenza inospitale per la vita umana, il filo conduttore ci riporta al tema dell’interconnessione tra esseri viventi, requisito imprescindibile per la sopravvivenza di tutte le specie.

Dal 23 aprile al 27 novembre 2022 sarà possibile visitare la mostra, che ospita la Hanji House, struttura architettonica site specific progettata dall’architetto Stefano Boeri.